Autore: Maria Maddalena Nappi
anno: Aprile 2012
editore: Gruppo Archeologico
Terra di Palma
luogo: Domicella
tipologia: libro
dimensioni: 15x20,9
pagine: 56
disponibilità/prezzo: a richiesta
Associazione iscritta nel Registro del Volontariato con Decreto della Regione Campania n. 05648 del 20/04/1999 e affiliata ai Gruppi Archeologici d'Italia.
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sabato 5 aprile 2014
giovedì 5 dicembre 2013
La storia del Convento di Santa Croce
di Miriam De Giulio
articolo pubblicato sul periodico locale Passaparola, Anno II, n. 14, dicembre 2009
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Il convento di Santa Croce oggi - Palma Campania |
Nella suggestiva cornice del convento di Santa Croce, la presentazione del restauro dell'affresco di San Guglielmo, che abbellisce una nicchia sul lato sinistro dell'ingresso del convento, si è trasformata in un'occasione per ripercorrere la storia dei virginiani sul nostro territorio. La relatrice Angela Sorrentino ha in modo eloquente dissertato sull'argomento, affascinando il colto pubblico, che è stato premiato per aver dedicato una domenica alla cultura. L'apertura del convento ha consentito agli intervenuti di fruire di una struttura che merita di essere valorizzata e tutelata come bene culturale e degnamente restaurata, per preservare un bene unico della nostra terra.
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Ubicazione:
Palma Campania NA, Italia
lunedì 17 dicembre 2012
Te nà portà 'a preta chiatta
di Luigi Sorrentino
in Passaparola, Anno III, n. 15, maggio 2010, p. 3
Te nà portà 'a preta chiatta. Il detto che in italiano suona ti devono portare sulla pietra piatta è limitato alla nostra cittadina e finora non era stato interpretato correttamente, perché la pietra chiatta era intesa come un luogo utilizzato per l'esecuzione di condanne a morte.
Adesso con la lettura di documenti d'archivio possiamo dare una spiegazione più attendibile. La vicenda che ci ha permesso di venire a capo inizia nel 1874, quando l'amministrazione comunale del tempo decise di costruire Fuori dell'abitato una grotta per la conservazione della carne, come era già avvenuto per il macello.
Era stata la protesta dei cittadini e le nuove norme igieniche di salute pubblica a rendere necessario tale spostamento, dal momento che il macello con le relative grotte per la conservazione delle carni era ubicato alle spalle dell'edificio comunale.
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Ubicazione:
Palma Campania NA, Italia
domenica 16 dicembre 2012
Sarno nell'apprezzo del 1651
di Luigi Sorrentino
in Il Meridiano, Anno XII, n. 2/117, 27 febbraio 2005, p.23
È stato pubblicato, edito dal Centro Studi Storici HISTRICANUM, un nuovo saggio storico sul Comune di Sarno contenente l'Apprezzo dell'omonimo feudo eseguito dal regio tavolario Antonio Tango nel 1650.
Il testo è stato curato dai noti studiosi Pasquale Marciano, Angelandrea Casale, Vincenzo Amorosi e Felice Marciano.
Tra l'altro in esso vengono elencati sia l'originaria estensione che i confini della città, quasi gli stessi degli attuali: tiene Territorio di Levante a Ponente miglia otto incirca, et da mezzo giorno a Settentrione miglia 5.
Ci troviamo di fronte ad un documento storico di notevole importanza che fotografa la situazione della Contea di Sarno al 1651 e diventa fonte di consultazione per lo studio del territorio e del suo divenire nel corso dei secoli successivi.
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Sarno SA, Italia
sabato 15 dicembre 2012
San Biagio, protettore di Palma, e il Monte dei Poveri
di Maria Maddalena Nappi
in Il Meridiano, Anno XII, n. 1/116, 30 gennaio 2005, p. 23
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Partenza della processione di san Biagio a Palma Campania |
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Palma Campania NA, Italia
Vincenzo Russo. Sintesi biografica
di Luigi Sorrentino
in Il Meridiano, Anno X, n. 10/103, 30 novembre 2003, p. 5
Vincenzo Russo, ideologo e martire della Repubblica Napoletana, nasce a Palma il 16 giugno 1770, nella casa ancora attualmente ubicata al civico 11 di via Vicoletto Russo. All'età di otto anni inizia a frequentare gli studi superiori presso il Seminario Vescovile di Nola. All'età di tredici anni, si trasferisce a Napoli con il fratello Giuseppe per attendere agli studi giuridici. Accanto al diritto non trascura studi scientifici, dalla medicina alla biologia alla chimica. Conseguita la laurea in giurisprudenza inizia a svolgere brillantemente la carriera di avvocato. La Rivoluzione francese, con lo scoppio di idee e di energie che si propagano in tutta Europa, segna una data decisiva nella vita di Russo e di tanti altri giovani intellettuali napoletani. Vincenzo partecipa all'attività rivoluzionaria fondando assieme ad altri cospiratori il Club Rivoluzionario Centrale, ma a seguito di una delazione, tutti i cospiratori sono tratti in arresto o sottoposti a duri interrogatori dalla polizia borbonica nel 1794.
sabato 8 dicembre 2012
Il mecenatismo del duca di Palma
di Maria Maddalena Nappi
in Il Meridiano, Anno XI, n. 9/113, 31 ottobre 2004, p.21
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Chiesa di san Michele Arcangelo - Palma Campania (Na) |
Il testo sulla Chiesa di San Michele Arcangelo di Palma Campania, pubblicato dal locale Liceo Rosmini nel 1999, descriveva l'interno della chiesa con tutte le suppellettili. Della maggior parte delle opere non si conosceva gli autori. Oggi, una ricerca presso la Fondazione dell'Archivio del Banco di Napoli ci ha consentito l'attribuzione di alcune opere e l'individuazione del committente. Nel marzo del 1696, il duca di Palma, don Nicola di Bologna, senior, commissiona allo scultore Giovanni de Santis, tre statue lignee per la chiesa parrocchiale di san Michele Arcangelo. La caparra di tre ducati è consegnata all'artista il 15 marzo dal segretario del duca Nicola Pellegrino. La statua di san Michele doveva essere intera, mentre quella dei gloriosi sant'Agostino e san Liborio dovevano essere a mezzo busto, alla romana.
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Palma Campania NA, Italia
venerdì 7 dicembre 2012
L'eruzione vesuviana del 1794
di Luigi Sorrentino
in Il Meridiano, anno XI - n. 9/113, 31 ottobre 2004, p.21
A dì dodici giugno 1794
Fu il terremoto all'ore tre ed un
terzo di notte e durò più di tre minuti. Verso l'ore quattordici replicò e
durò circa due minuti, e la sera ritornò a riplicare e durò un minuto.
Il dì tredici detto.
Il Vesuvio di Somma eruttò fuoco
per l'aria, ed il martedì matino verso l'ora nova di giorno
uscurò l'aria, che era peggio della notte, e durò sino al mercoldì ed eruttò
cenere e rapillo, e si fecero moltissime Processioni di penitenza, con
cacciare le statue di San Biagio, San Sebastiano, l'Addolorata ed il
Santissimo Sagramento per tutta la Terra di Palma, e si portarono
passeggiando nella chiesa (principale) di detta Terra, in dove si possa
predicare il Padre Andrea da Palma, quale eruttazione durò fino al giovedì,
questo l'ho fatto per ricordo.
A di 15,16,19,20 detto e durano
fino a 28 detto.
Alluvioni d'acqua che spianò li
territorij d'Ottajano e S. Giuseppe e finirono a Piano di Palma, e l'intiera
Massaria de Signori fratelli Casalino, (...) tutte le puzze d'acqua, tutte
sotterrate che mangarono la acqua e quello che non fù atterrato cammina
l'acqua come la strada da Maccaruni per causa della discesa. La lava che
veniva da Ottajano era da circa palmi venti di aldezza e la sua grandezza non
si potette misurare, che allagò tutto lo spazio di San Gennaro ed arrivò sino
ad una scampia della Santissima in Palma che si menò sotto tutti i canapi e
sotto la detta i melloni e granodindia e piante.
La lava del Vallone d'Ajello
correva di aldezza palmi trentadue e de larghezza palmi ventidue che allagò
tutti i territorij convicini e allacò l'intiero fiume che per spurgarlo si
fece l'appalto di diciesettemila docati.
La lava da Carbonara menò palmi
sessandauno di aldezza e palmi trentuno di grandezza che sotterrò la maggior
parte delle case e tutti i territori delli Carpinielli.
La lava di Somma atterrò la
Piazzolla e tutti i Vetrari ed il Piano ed arrivò alla massaria dei Signori
Menechini, ed al Pantano del Piano vicino la terra di Don Aniello delli
Frangi, ed i danni che cagionò non si può riconoscere; e le botteghe nella
Piazza delli Ferrari sino a S. Felice furono tutte allagate che si stavano da
circa palmi sei di lava dentro e perdettero quasi tutto quello che ci stava
dentro e menò pietre, alcune di smisurata grossezza, che non si possero
levare.
Notar Giacinto Pollieri hà scritto
questo per memoria di chi viene appresso acciò non si pongano a timore.
|
Nell'Archivio Storico di Caserta, sempre alla ricerca di documenti antichi utili alla conoscenza storica del nostro territorio, nel visionare gli atti del Notaio Giacinto Pollieri ho scoperto all'inizio del repertorio del 1794 le pagine su trascritte.
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Palma Campania NA, Italia
venerdì 14 settembre 2012
Il periodo della Repubblica Napoletana nella Terra di Palma
di Maria Maddalena Nappi
Premessa
La seconda metà del Settecento costituisce il periodo nel quale si gettano le basi del mondo contemporaneo, grazie alla diffusione del movimento illuministico che penetra in tutti i campi dell’attività intellettuale, influenza la vita politica, incide sui comportamenti culturali e sul costume. Gli illuministi valorizzano al massimo la ragione e, guidati dai lumi della ragione, affrontano ogni problema, rifiutando tutto ciò che nella realtà storica è fondato su tradizioni, superstizioni, autorità e privilegi. Gli illuministi non si limitano a contestare le istituzioni e i valori dell’ancien régime, ma propongono anche un nuovo tipo, un nuovo modello di uomo, che si caratterizza per la costante laboriosità, intraprendenza, abitudine a contare sulle proprie forze e sul proprio lavoro. Le idee illuministiche coincidono con le aspirazioni della classe borghese che specialmente in Francia ha raggiunto un notevole potere economico, ma non partecipa alla gestione dello Stato, dal momento che solo la nobiltà e il clero detengono cariche pubbliche e privilegi. E proprio in Francia il connubio tra il movimento illuministico e le aspirazioni della classe borghese emergente daranno vita alla Rivoluzione.
venerdì 13 luglio 2012
Palazzo Aragonese di Palma Campania
di Luigi Sorrentino
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Palazzo Aragonese, Palma Campania (Na) - Illustrazione su cartolina dell'inizio '900 delle mura perimetrali del giardino |
Le vicende del Palazzo Ducale, più noto come Aragonese, sono legate alla storia del feudo di Palma, perché l'edificio fu la sede dei feudatari che si avvicendarono nel corso dei secoli, a partire dalla fine del XV secolo. Non si conosce ancora l’origine del feudo della Terra di Palma. Probabilmente con il dominio Longobardo l’intero territorio, come semplice casale o gastaldato, fu incluso nella Contea di Sarno.
Successivamente la Contea di Sarno fu divisa in più feudi: la Terra di Palma fu elevata a Baronia e la residenza del Barone fu stabilita nel Castello costruito sulla collina, mentre il territorio baronale comprendeva ulteriori suffeudi: Pozzorummolo, Montetto e Schiappone, Durazzano, Lucignani. L’unico documento storico che attesta l’autonomia amministrativa del feudo di Palma in quel periodo è la Bolla con cui nell’anno 1066 Alfano I, arcivescovo di Salerno, durante il pontificato di Alessandro II, istituisce la Diocesi Vescovile di Sarno. Tale Diocesi comprendeva il territorio che dal golfo di Stabia e lungo il fiume Sarno si estendeva verso S. Valentino Torio fino alla chiesa di S. Michele Arcangelo, ai piedi del monte Locolano, e per le balze di questo monte sino a Palma (Palmam) con le sue pertinenze e Striano (Istricanum) e, sfiorando la base del Vesuvio, fino al mare. Le ricerche storiche eseguite fino ad oggi non ci consentono di conoscere i nomi dei feudatari longobardi che hanno amministrato il territorio fino alla venuta dei Normanni. Di certo si sa che dal 1175 la Baronia della Terra di Palma fu affidata ad un cavaliere normanno di nome Rinaldo, già barone della Terra di Castiglione in Calabria, e passò poi a suo figlio Riccardo, sotto il regno di Federico II di Svevia; con Carlo I d'Angiò il feudo passò a Filippo de Mostarolo, gran maresciallo dell'esercito angioino e nel 1313 fu incamerato nei beni della regina Sancia, moglie di Roberto d'Angiò. Dal 1365 fu retto da Gaetano Picchillo e poi dal marchese Marcantonio Sant'Angelo, il quale nel 1427 lo cedeva al conte Raimondo Orsini, in cambio dei castelli di Nettuno e di Asturi. Il feudo rimase proprietà della famiglia Orsini fino al 1529, allorché Enrico, accusato di lesa maestà da Filippo d'Orange, fu privato di tutti i beni. La decadenza del castello baronale edificato sulla collina iniziò con il regno aragonese. In questo periodo i castelli persero la loro funzione di luoghi di estrema difesa e ad essi si sostituirono gli edifici di delizia, ricchi di sale e numerose logge, come il Palazzo Ducale, edificato ai piedi della collina, e fatto costruire verso la fine del XV secolo da Raimondo Orsini, conte di Nola, per ordine di Alfonso I d'Aragona, che scelse il Piano di Palma per la caccia col falcone. In seguito alla partecipazione degli Orsini alla rivolta dei Baroni, l'edificio fu requisito dalla Regia Corte e messo in vendita.
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Palazzo Aragonese, Palma Campania (Na) - Facciata com'era alla fine del '900 |
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Palazzo Aragonese, Palma Campania (Na) - Cortile interno con veduta verso le ex Scuderie |
Da allora iniziò una lotta in famiglia per la successione tra la moglie di Ascanio, Maria Loffredo, e il nipote, per linea femminile, Gennaro Caracciolo (figlio di Pasquale Caracciolo, Principe di Marano e nipote di Don Fulvio Gennaro Caracciolo e Donna Maria Ippolita di Bologna). Alla fine il feudo fu acquisito dal Caracciolo che, per motivi di indebitamento, lo vendette a Giacomo Saluzzo, duca di Corigliano e da questi passò ai baroni Compagna. L’ultima erede dei Compagna è ancora oggi proprietaria di due ampi saloni a primo piano e sovrastanti sottotetti di copertura, beni che ha cercato di vendere in diverse occasioni al Comune di Palma Campania.
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Palazzo Aragonese, Palma Campania (Na) - Facciata interna al cortile |
Tutti gli altri feudatari che si susseguirono nella proprietà investirono notevoli risorse nel restauro e nell’abbellimento del monumento. In particolare il Duca Nicola di Bologna investì molte centinaia di ducati per la ristrutturazione dell'edificio, abbellendolo con tele e dipinti, opera di numerosi artisti napoletani (a questo periodo risalgono gli affreschi ancora presenti nei locali adibiti ad erario e posti sulla destra, all’ingresso del Palazzo). Sistemò anche il giardino e lo arricchì di vasi e di siepi di bosso. L’edificio, nonostante sia sotto la tutela della L.1909 n.364 e sia stato dichiarato monumento nazionale, attende ancora un restauro che lo riporti al suo originario aspetto. La facciata principale è scandita da tre ordini di apertura tardo cinquecenteschi nel disegno e nel rapporto dimensionale. Al centro dell'edificio, il portone di entrata è costituito da una semplice cornice di piperno, sormontata al centro dallo stemma, in marmo bianco, della famiglia Caracciolo, raffigurante un leone rampante.
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Palazzo Aragonese, Palma Campania (Na) - Stemma araldico della famiglia Compagna |
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martedì 19 giugno 2012
Apprezzo della Terra di Palma del 1631 (2006)
Autore: Maria Maddalena Nappi
anno: 2006
editore: Gruppo Archeologico Terra di Palma
tipologia: opuscolo/estratto
dimensioni: 16,6x23,8
pagine: 28
disponibilità/prezzo: contattare il gruppo
Estratto da: Atti del Circolo Culturale B.G. Duns Scoto di Roccarainola, n. 30-31-32, Dicembre 2006 ISSN 0392-9884
Il palazzo ducale di Palma: lavori di fabbrica e di manutenzione (2003)

Autore: Luisa Aliperta,
Maria Maddalena Nappi
anno: 2003
editore: Gruppo Archeologico Terra di Palma
tipologia: opuscolo/estratto
dimensioni: 16,3x23,9
pagine: 28
disponibilità/prezzo: contattare il gruppo
Estratto da:
Quaderni dell'Archivio Storico dell'Istituto Banco di Napoli-Fondazione, 2002-2003, Napoli, 2003
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Ubicazione:
Palma Campania NA, Italia
Gli ordinamenti municipali della Terra di Palma nel XVI secolo (2003)
Autore: Luigi Sorrentino
anno: 2003
editore: Gruppo Archeologico Terra di Palma
tipologia: opuscolo/estratto
dimensioni: 23,8x16,8
pagine: 38
disponibilità/prezzo: contattare il gruppo
anno: 2003
editore: Gruppo Archeologico Terra di Palma
tipologia: opuscolo/estratto
dimensioni: 23,8x16,8
pagine: 38
disponibilità/prezzo: contattare il gruppo
Estratto da: Atti del Circolo Culturale B.G. Duns Scoto di Roccarainola, n. 28-29, Dicembre 2003 ISSN 0392-9884
Il Bosco di Palma. Pianta topografica del 1778 (2002)
Autore: Maria Maddalena Nappi
anno: 2002
editore: Gruppo Archeologico Terra di Palma
luogo: Somma Vesuviana
tipologia: libro
dimensioni: 13,7x21
pagine: 71
disponibilità/prezzo: € 10,00
anno: 2002
editore: Gruppo Archeologico Terra di Palma
luogo: Somma Vesuviana
tipologia: libro
dimensioni: 13,7x21
pagine: 71
disponibilità/prezzo: € 10,00
lunedì 18 giugno 2012
Io muoio libero e per la Repubblica (1999)
Cronologia di Vincenzo Russo e le vicende del 1799 (1999)
La Terra di Palma nel Catasto Onciario (1997)
Autore: Luigi Sorrentino
anno: 1997
editore: Gruppo Archeologico
Terra di Palma
luogo: Napoli
tipologia: libro
dimensioni: 16,9x24
pagine: 107
disponibilità/prezzo: € 10,00
anno: 1997
editore: Gruppo Archeologico
Terra di Palma
luogo: Napoli
tipologia: libro
dimensioni: 16,9x24
pagine: 107
disponibilità/prezzo: € 10,00
L'agro palmese (1978)
Autore: Luigi Sorrentino
anno: Settembre 1978
luogo: Palma Campania
tipologia: opuscolo
dimensioni: 14,7x21,7
pagine: 21
disponibilità/prezzo: al momento non disponibile
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