di Luigi Sorrentino
Palazzo Aragonese, Palma Campania (Na) - Illustrazione su cartolina dell'inizio '900 delle mura perimetrali del giardino |
Le vicende del Palazzo Ducale, più noto come Aragonese, sono legate alla storia del feudo di Palma, perché l'edificio fu la sede dei feudatari che si avvicendarono nel corso dei secoli, a partire dalla fine del XV secolo. Non si conosce ancora l’origine del feudo della Terra di Palma. Probabilmente con il dominio Longobardo l’intero territorio, come semplice casale o gastaldato, fu incluso nella Contea di Sarno.
Successivamente la Contea di Sarno fu divisa in più feudi: la Terra di Palma fu elevata a Baronia e la residenza del Barone fu stabilita nel Castello costruito sulla collina, mentre il territorio baronale comprendeva ulteriori suffeudi: Pozzorummolo, Montetto e Schiappone, Durazzano, Lucignani. L’unico documento storico che attesta l’autonomia amministrativa del feudo di Palma in quel periodo è la Bolla con cui nell’anno 1066 Alfano I, arcivescovo di Salerno, durante il pontificato di Alessandro II, istituisce la Diocesi Vescovile di Sarno. Tale Diocesi comprendeva il territorio che dal golfo di Stabia e lungo il fiume Sarno si estendeva verso S. Valentino Torio fino alla chiesa di S. Michele Arcangelo, ai piedi del monte Locolano, e per le balze di questo monte sino a Palma (Palmam) con le sue pertinenze e Striano (Istricanum) e, sfiorando la base del Vesuvio, fino al mare. Le ricerche storiche eseguite fino ad oggi non ci consentono di conoscere i nomi dei feudatari longobardi che hanno amministrato il territorio fino alla venuta dei Normanni. Di certo si sa che dal 1175 la Baronia della Terra di Palma fu affidata ad un cavaliere normanno di nome Rinaldo, già barone della Terra di Castiglione in Calabria, e passò poi a suo figlio Riccardo, sotto il regno di Federico II di Svevia; con Carlo I d'Angiò il feudo passò a Filippo de Mostarolo, gran maresciallo dell'esercito angioino e nel 1313 fu incamerato nei beni della regina Sancia, moglie di Roberto d'Angiò. Dal 1365 fu retto da Gaetano Picchillo e poi dal marchese Marcantonio Sant'Angelo, il quale nel 1427 lo cedeva al conte Raimondo Orsini, in cambio dei castelli di Nettuno e di Asturi. Il feudo rimase proprietà della famiglia Orsini fino al 1529, allorché Enrico, accusato di lesa maestà da Filippo d'Orange, fu privato di tutti i beni. La decadenza del castello baronale edificato sulla collina iniziò con il regno aragonese. In questo periodo i castelli persero la loro funzione di luoghi di estrema difesa e ad essi si sostituirono gli edifici di delizia, ricchi di sale e numerose logge, come il Palazzo Ducale, edificato ai piedi della collina, e fatto costruire verso la fine del XV secolo da Raimondo Orsini, conte di Nola, per ordine di Alfonso I d'Aragona, che scelse il Piano di Palma per la caccia col falcone. In seguito alla partecipazione degli Orsini alla rivolta dei Baroni, l'edificio fu requisito dalla Regia Corte e messo in vendita.
Palazzo Aragonese, Palma Campania (Na) - Facciata com'era alla fine del '900 |
Palazzo Aragonese, Palma Campania (Na) - Cortile interno con veduta verso le ex Scuderie |
Da allora iniziò una lotta in famiglia per la successione tra la moglie di Ascanio, Maria Loffredo, e il nipote, per linea femminile, Gennaro Caracciolo (figlio di Pasquale Caracciolo, Principe di Marano e nipote di Don Fulvio Gennaro Caracciolo e Donna Maria Ippolita di Bologna). Alla fine il feudo fu acquisito dal Caracciolo che, per motivi di indebitamento, lo vendette a Giacomo Saluzzo, duca di Corigliano e da questi passò ai baroni Compagna. L’ultima erede dei Compagna è ancora oggi proprietaria di due ampi saloni a primo piano e sovrastanti sottotetti di copertura, beni che ha cercato di vendere in diverse occasioni al Comune di Palma Campania.
Palazzo Aragonese, Palma Campania (Na) - Facciata interna al cortile |
Tutti gli altri feudatari che si susseguirono nella proprietà investirono notevoli risorse nel restauro e nell’abbellimento del monumento. In particolare il Duca Nicola di Bologna investì molte centinaia di ducati per la ristrutturazione dell'edificio, abbellendolo con tele e dipinti, opera di numerosi artisti napoletani (a questo periodo risalgono gli affreschi ancora presenti nei locali adibiti ad erario e posti sulla destra, all’ingresso del Palazzo). Sistemò anche il giardino e lo arricchì di vasi e di siepi di bosso. L’edificio, nonostante sia sotto la tutela della L.1909 n.364 e sia stato dichiarato monumento nazionale, attende ancora un restauro che lo riporti al suo originario aspetto. La facciata principale è scandita da tre ordini di apertura tardo cinquecenteschi nel disegno e nel rapporto dimensionale. Al centro dell'edificio, il portone di entrata è costituito da una semplice cornice di piperno, sormontata al centro dallo stemma, in marmo bianco, della famiglia Caracciolo, raffigurante un leone rampante.
Palazzo Aragonese, Palma Campania (Na) - Stemma araldico della famiglia Compagna |
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